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Sul sofà di Chicca Raina Kabaivanska

Nata in Bulgaria, ha studiato canto e pianoforte al Conservatorio di Sofia. Trasferitasi in Italia nel ‘58, si è perfezionata con Zita Fumagalli.

Con l’esordio al Teatro alla Scala nel 1961, ha idealmente inizio la luminosa carriera che ha portato Raina Kabaivanska nei più importanti teatri del mondo: da Parigi al Metropolitan, da Salisburgo a Venezia, dal Covent Garden di Londra a Roma, dal Bolshoi di Mosca al Teatro San Carlo di Napoli, da Parma a Catania, dalla Carnegie Hall al Teatro Colon di Buenos Aires e a Madrid, da Philadelphia a Monaco ed Amburgo. Il suo vasto repertorio spazia da Verdi (Don Carlo, Otello, Falstaff, La Traviata, Il trovatore, La forza del destino, I vespri siciliani, Ernani, Requiem) a Puccini (impareggiabili le sue interpretazioni di Madama Butterfly, Manon Leascaut e Tosca), da Wagner (Rienzi) a Cilea (Adriana Lecouvrer), da Donizetti (Roberto Devereux) a Leoncavallo (I pagliacci), da Gounod (Faust) a Massenet (Manon), da Catalani (La Wally) a Ciaikovskji (La dama di picche ed Eugenio Onegin), da Strauss (Capriccio) a Zandonai (Francesca da Rimini). Negli ultimi tempi Raina Kabaivanska ha aggiunto al suo repertorio opere come La Vestale di Spontini, Armide di Gluck , il Caso Makropulos di Janacek, Lady in the dark di Kurt-Weill- musical, La voix humaine di Poulenc, The turn of the screen di Britten, a riprova di una personalità artistica sempre volta allo studio e alla ricerca.
Numerosissimi i premi e i riconoscimenti che contraddistinguono una lunga e sempre attivissima carriera: il premio Bellini nel 1965, il “Viotti d’Oro” nel ‘70, il premio Puccini nel ‘78, il premio Illica nel ‘79, il premio Monteverdi nel 1980, il premio “Lorenzo il Magnifico” da parte dell’Accademia Medicea di Firenze nel ‘90, il premio “Una vita per la musica” dell’Associazione Arthur Rubinstein insieme a Luca Ronconi a Venezia nel 2000. Il costante, entusiastico apprezzamento della critica e del pubblico hanno riservato alla leggendaria interprete di Tosca, Manon, Francesca da Rimini e Madama Butterfly e alla sua regale presenza scenica il meritato appellattivo di “eroina del melodramma”. Da alcuni anni è docente all’Accademia Chigiana di Siena e, sensibile nei confronti degli orfani del proprio paese d’origine, nel ‘92 ha istituito e segue la Fondazione Kabaiwanska a favore della crescita artistica dei ragazzi bulgari meno abbienti.

Chicca: Sig.a Kabaivanska sappiamo che è rientrata recentemente dalla Spagna dove si sono svolti grandi festeggiamenti in suo onore...
RK: Sì è stata una grande emozione, il pubblico spagnolo ha sempre dimostrato molta stima e affetto nei miei confronti, per cui, come avevo già fatto per il pubblico italiano due anni fa a Parma, ho deciso di salutarli con un concerto d’addio al Teatro Real di Madrid. Alla presenza della regina Sofia e del sindaco della capitale e a un folto pubblico che non ha voluto mancare all’appuntamento, ho interpretato una delle opere a me più care: Tosca.
Al termine è seguita una festa da brivido che mi ha fatto sentire davvero tanto amata. Come vuole la tradizione spagnola, sono stata sommersa da fiori e volantini che riportavano frasi commoventi del tipo “Tu sei l’arte”. Le recensioni dei giornali sono state poi davvero lusinghiere e mi hanno ancora una volta di più convinta che è mio dovere trasmettere quello che ho imparato ai giovani che hanno talento lirico.

Chicca: Oltre a questo momento così emozionante, qual’è un altro ricordo della sua vita artistica che le è particolarmente caro ?
RK: Forse il mio addio alla “Butterfly” 5 anni fa all’Arena di Verona davanti a 20.000 persone. Ne ho fatto circa 400 recite in tutto il mondo nei teatri piccoli e grandi; è stata uno dei miei cavalli di battaglia.
Vedere 20.000 persone in piedi applaudirmi per 20 minuti (compresa l’orchestra) mi ha fatto capire che la cosa più importante nella vita è dare. E con il canto si dona emozione, si dona bellezza... L’uomo non può vivere senza arte, è un linguaggio che parla a tutti: neri e bianchi, cristiani e musulmani, poveri e ricchi. Ecco perchè la mia battaglia di salvare la tradizione del canto all’italiana, della scuola italiana, per difendere una grande eredità culturale.

Chicca: Una brillante carriera ricca di soddisfazioni è quanto di più meritevole si possa aspettare dalla vita...
RK : A parte il talento non mi è stato regalato nulla, ma mi ritengo per questo una persona molto fortunata è per questo che sentendomi in dovere di ricambiare, in questi ultimi anni ho voluto dedicare molta parte del mio tempo all’insegnamento e alla Fondazione che ho istituito nel ‘92 per poter aiutare i ragazzi meno fortunati che hanno dimostrato sensibilità in campo artistico. Penso che l’arte sia qualcosa di meraviglioso che possa riscattare e dare un senso alla propria esistenza.

Chicca: Come è nata e come si è sviluppata questa idea della Fondazione?
RK : Purtroppo è nata vedendo in quali condizioni disagiate vivevano molti orfani del mio paese d’origine dopo tanti anni di regime comunista... Anche se io vivo qui il mio cuore è rimasto legato alla Bulgaria e, volendo impegnarmi per migliorare le cose per quanto mi era possibile, insieme a Blaga Dimitrova, personalità eminente del mondo culturale a Sofia, abbiamo dato vita alla Fondazione. Ad oggi la Fondazione sostiene materialmente negli studi 37 ragazzi, molti dei quali davvero molto talentuosi. Grazie ai fondi che raccoglie la Fondazione con borse di studio e serate di beneficenza, siamo in grado di garantire vitto alloggio e studi a molti di loro che ci auguriamo un giorno potranno essere grandi artisti. Ho dato 3 borse di studio per l’Italia e attualmente, 3 giovani soprani studiano qui personalmente con me.

Chicca: I ragazzi stessi saranno molto orgogliosi di poter avere una Maestra così famosa...
RK: Devo dire che in questi anni mi sono affezionata molto a tutti i ragazzi e le ragazze che frequentano i miei corsi; mi sento oltre che insegnante quasi una guida per loro e in alcuni casi, sono davvero molto protettiva nei loro confronti perchè mi rendo conto di quanto siano soli al mondo ad affrontare una vita di stenti e di privazioni. Sono docente di canto nelle più prestigiose istituzioni: Accademia Chigiana a Siena, Accademia per i giovani cantanti all’Arena di Verona, al Teatro Real di Madrid solo per citarne alcune e come dicevo cerco di insegnare ai giovani non solo il canto, ma anche una morale, un comportamento etico. L’artista è al servizio del pubblico, è il mezzo attraverso il quale si realizza il pensiero dei grandi geni-compositori e si tocca il divino. E’ un compito meraviglioso che vorrei trasmettere ai miei alunni.

Chicca: Come modenese di adozione cosa ne pensa della nostra città?
RK: Sono stata adottata dall’Emilia dal ‘59, quando vinsi il concorso “Avanti” a Reggio Emilia. Tutti i debutti più importanti da giovane li ho fatti qui: a Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Parma e qui poi mi sono sposata... era nel mio destino diventare “modenese”.

 

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